Cuccìa



 Metti che un amico virtuale , conosciuto tramite il blog, si materializzi all'improvviso... Metti che sia in astinenza da ricotta da almeno due anni... E metti che proprio ieri sia stata Santa Lucia...Che fai, non la organizzi una cuccìa in quattro e quattr'otto?Placati i primi appetiti con un signor cannolo di Lillo Freni, subito in cucina, a preparare l'antico dolce devozionale. La leggenda narra che, durante una carestia, a Siracusa,la Santa abbia fatto arrivare un carico di grano che i siracusani, affamati, non macinarono nemmeno e mangiarono subito,dopo averlo semplicemente cotto, ma leggiamo le parole che a questo dolce dedica Anna Martano...

..."In Sicilia il culto di Santa Lucia si sovrappone e sostituisce al preesistente culto pagano di Demetra-Cerere, dea delle messi e,  quindi, del grano e la Cuccìa (che deriva dal greco " kokkìa ", grani) è uno dei piatti più antichi della nostra cultura. Era considerato cibo di buon augurio e quindi la tradizione imponeva che la cuccìa venisse distribuita a parenti, vicini di casa ed anche agli animali domestici, tanto che nelle masserie contadine veniva posta nelle stalle a disposizione del bestiame. Ne esistono infinite varianti, da quella semplicissima con solo sale e olio, a quella con il vino cotto, o ancora con i legumi.E poi, la più golosa di tutte,quella con la ricotta"...


(da "Il diamante nel piatto" di Anna Martano

500 g di grano, ammollato e bollito
500 g di ricotta di pecora
150 g di zucchero
1 stecca di vaniglia
30 g di arancia candita
30 g di cedro candito
30 g di zuccata
50 g di cioccolato fondente, tritato
un pizzico di cannella

Dopo aver lasciato scolare bene la ricotta, unite lo zucchero e mescolate bene fino a scioglimento completo. Aggiungete la vaniglia, i canditi , il cioccolato e la cannella.
Unite il grano alla crema di ricotta e servite, decorando con canditi e altra cannella. 
La Cuccìa guadagna  in profumi se lasciata riposare un poco prima del servizio, al fresco.
 


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