Piparelli messinesi

Piparelli messinesi





Un bicchierino di Malvasia e un Piparello? Nella Messina di un tempo era così che si riceveva, già dalle 16 in poi.
Ricordo che mio marito,quando ancora eravamo fidanzati, quindi una vita fa, aveva convinto i miei fratelli più piccoli, che erano poco più che bambini, dell'esistenza degli Arelli, che sarebbero stati i Piparelli senza il pepe...A parte gli scherzi,la presenza o meno del pepe nella preparazione dei biscotti non è così scontata , anzi. Il nome, secondo alcuni, non deriverebbe dalla spezia, ma nell'antico metodo di cottura, che  si prolungava per due giorni nelle stufe a carbone che, appunto, fumavano come pipe... La lungaggine della preparazione ne spiegava la presenza soltanto in alcuni periodi dell'anno, presso le bancarelle , durante le feste. Oggi li si trova dappertutto e in qualunque stagione.
Completare una cena con i Piparelli, spesso insieme agli 'Nzuddi, altro biscotto messinese di cui prima o poi vi dirò, è a Messina la maniera più tradizionale e gradita,insieme ad un bicchierino di Malvasia, Passito o, ormai sempre più raramente, Marsala, per concludere una piacevole serata. Molto simili ai cantuccini toscani, se ne differenziano per l'impasto, ma non per l'abitudine di bagnarli nel vino e per essere , insieme ai fratelli del Nord, simbolo di quella convivialità che tanto, adesso, in tempo di pandemia, ci manca. Ho imparato a farli anni fa, per lavoro,e ne preparavamo tanti da portare il loro profumo addosso per ore, ma  la cosa non mi dispiaceva affatto. Ricordo ancora le placche da forno colme dei filoncini, dopo la prima cottura, e le volte in cui, forse per qualche minuto in più di cottura, era complicatissimo tagliarli  senza frantumarne la metà. Ma era bellissimo , poi, assaggiare quelle molliche inutilizzabili, ma buone e croccantissime. Sì, perché un Piparello, per essere davvero buono, deve essere ricco di mandorle, profumato, ma, soprattutto, fragrante.
 Deve fare crunch!
Si conservano benissimo, in buste sottovuoto o nelle più casalinghe scatole di latta, e, nel caso perdessero in fragranza o avessero assorbito un po' di umidità, basterà farli rinvenire per qualche minuto in forno caldo. Sono perfetti da regalare a Natale, magari insieme ad una bella bottiglia di Malvasia delle Isole. 
O con gli 'Nzuddi, ma questa è un'altra storia, e  ve la racconterò un'altra volta.

Ingredienti

500 g di farina 0
125 di biscotti frollini (anche al cacao),tritati , o di pan di spagna raffermo (sbriciolato)
125 g di zucchero semolato
125 g di miele millefiori
300 g di mandorle non pelate ( lavate e sgocciolate al momento)
mezzo cucchiaino di olio essenziale di arancia o la buccia di un'arancia grattugiata
2 gocce di olio essenziale di cannella o la punta di un cucchiaino di cannella in polvere
50 g di arancia candita tritata finemente
100 g di strutto
15 g di bicarbonato
latte qb

Procedimento

Setacciate la farina e disponetela nella planetaria (o fate la fontana, se lavorate a mano). Aggiungete lo zucchero, i biscotti, il miele, gli aromi, l'arancia candita, il bicarbonato. Cominciate ad impastare, amalgamando la farina a poco a poco, raccogliendola dai bordi. Sgocciolate le mandorle ed unitele all'impasto. Unite lo strutto solo a metà della lavorazione e fate amalgamare bene.Se lavorate sulla spianatoia, dovrete "frollare", cioè tirare l'impasto con le punte delle dita e soltanto alla fine strofinarlo sulla spianatoia con le punte delle dita, in maniera da amalgamare bene il tutto.Suddividete l'impasto in panetti da 250 grammi e arrotolateli in piccoli filoni larghi 2,5 cm. Disponeteli, ben distanziati, su di una placca da forno, pennellateli con l'uovo battuto ed infornate a 160° per una quindicina di minuti. Dovranno dorarsi. Fate raffreddare. L'indomani tagliateli in senso trasversale  e disponeteli su placche da forno. Infornate a 150° ,in maniera che asciughino e tostino bene, per almeno 30 minuti.





Commenti

  1. ciao, complimenti per queste Piparelle Posso chiederti una curiosità: perchè si mettono biscotti nell'impasto? e che tipi di biscotti devono essere? E' un'ingrediente completamente nuovo per me, ma i tuoi biscotti hanno proprio un bell'aspetto :-)

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  2. Ciao, Maria Luisa. Non sono una pasticcera, ma so che una volta questi biscotti venivano preparati utilizzando anche le parti di biscotti o di pan di spagna che restavano invenduti. Oggi,si possono usare tutti i biscotti che abbiamo in casa, anche al cacao. Anche se uno dei motivi era proprio il desiderio di non sprecare nulla, penso che l'aggiunta di biscotti o pan di spagna serva per arricchire il composto senza comunque aggiungere ulteriori ingredienti. Spero di esserti stata utile.

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