"Cudduri", "Cuddureddi", "Abaceni", " Biscotti di Cuddura",sono alcuni dei nomi con cui questi biscotti vengono chiamati nel loro paese di origine, Tripi . Non li conoscevo, fino a quando mio marito non ne ha portato un vassoio a casa, affettuoso regalo di un'amica. Elena è riuscita anche a farmi avere la ricetta, estorta non so come ad una gentile signora del paese, e qui approfitto per ringraziare entrambe. Sono biscotti che una volta si preparavano prevalentemente a Pasqua, con varie forme e decorati con uova sode,ma oggi, a Tripi, si trovano durante tutto l'anno. Le "Cuddure" , in effetti , sono conosciute in tutto il meridione, seppure con altri nomi, ma hanno solitamente una forma a ciambella. Il nome deriverebbe dal greco, significa corona e, proprio per la caratteristica forma , era facile per i contadini portarle con sé, al braccio, anche per lunghi spostamenti, magari al dorso di un mulo. Le dimensioni, naturalmente, non erano quelle dei biscotti di oggi, anzi , nella versione "cu ll' ova", aumentava il diametro e cambiava la forma. Spesso venivano regalate dal fidanzato all'amata, ed il numero di uova sode con cui erano adornate dimostrava lo stato di agiatezza dello spasimante...Sebbene, nei panifici messinesi, nel periodo pasquale, si trovino le Cuddure, queste non hanno né la forma ,né la consistenza dei biscotti di Tripi, essendo fatte con un impasto lievitato, che di solito è quello usato per i Panini di cena. Gli Abaceni, invece, hanno la forma che ricorda un po' i capitelli greci, forse in ricordo delle antiche origini della città di Abacena, che sorgeva proprio in prossimità di Tripi.
La consistenza ed il sapore, invece,mi ricordano le Cuddure che nonna Maria, a Librizzi, un altro paesino dei Nebrodi, preparava per noi nipoti. Lei le decorava, oltre che con le uova, anche con i caratteristici "Cannellini" colorati, confetti dall'aspetto rugoso e dalla forma oblunga, con l'anima di cannella. Ne andavamo matti! Chiedo scusa per la forma dei miei Abaceni, che non penso rispecchi completamente l'originale, non avendo più , al momento della preparazione, alcun riscontro concreto, visto che li avevamo mangiati già tutti,ma ve li raccomando.
Sono buonissimi.
Grazie, Elena!
Ingredienti
500 g di farina bianca
250 g di zucchero
150 g di sugna (o altro grasso)
6 tuorli e 2 albumi
il succo di un'arancia
la buccia grattugiata di due limoni e un mandarino
un cucchiaino di cannella in polvere
i semi di mezza stecca di vaniglia
Procedimento
Montate a neve gli albumi e mettete da parte. Sbattere i tuorli con lo zucchero, aggiungere il grasso, gli aromi e alternativamente, gli albumi e la farina. Il composto non dovrà essere troppo morbido. Fate riposare per una trentina di minuti. Date le forme desiderate( per quelle tradizionali solo un'estremità deve essere avvolta verso l'esterno) ed infornate a 180° per 10'/ 15'. Dovranno essere dorati ,ma non troppo cotti. Indurirebbero.
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