"U maccu " siciliano

"U maccu" siciliano











Il macco di fave, "u maccu", è un piatto della tradizione siciliana che, con le opportune varianti, è conosciuto in tutto il nostro meridione. Vanta origini nell'antica Grecia, infatti già Aristofane , nel 450 a.C. ne Le rane , sostiene che Eracle si  cibasse di fave schiacciate, prima delle sue performance amorose... Ancora,notoriamente nel mondo greco romano si faceva grandissimo uso dei legumi, tanto che una delle famiglie più famose dell'antica Roma , i Fabi, deve l'origine del suo nome proprio all'umile baccello. Essendo un piatto molto povero, per decenni il macco di fave è stato l'unico pasto che i contadini consumavano durante il lavoro, integrato dalla pasta solo a fine raccolto, quando il proprietario terriero l'offriva ai braccianti alla fine della trebbiatura. Il macco era quindi considerato anche un piatto di buon auspicio, e ancora oggi viene preparato in alcune zone della Sicilia per San Giuseppe, spesso unito ad altri legumi e, qualche volta, anche a castagne. In questo caso, si parla di Minestra di san Giuseppe. La tradizione siciliana lo vuole molto semplice, solo aromatizzato da finocchietto selvatico, ma , come tutti i piatti , ha mille varianti, in tutto il sud Italia: con " a cocuzza baffa", con i "giriteddi serbaggi", e ancora con le biete, con il pomodoro, in Calabria, con la cicoria, in Puglia... Si fa per lo più con le fave secche, decorticate, ammollate e cotte lungamente. Ma esiste anche una versione primaverile, con le fave fresche; in questo caso, però, si parla di " maccu i faviani". 
 Se non consideriamo il grosso problema che le fave creano in chi è affetto da favismo, rimangono un legume dai molteplici effetti positivi sulla nostra salute: ricchissime di fibre,hanno grandi proprietà depurative,riducono i livelli di colesterolo nel sangue e aumentano la dopamina, la sostanza che rallenta gli effetti negativi del Parkinson. Ma, soprattutto, sono buonissime!
Ho scelto di preparare il macco oggi, nella versione classica, per  MedTast. MedTaste è un progetto MYTH euromed dedicato alla cultura gastronomica tra Grecia e Italia. Un'Odissea di sapori e racconto con protagonista la chef di Corfù Marina Beska e con partner in Sicilia, Calabria e Puglia, per un emozionante viaggio a tappe. 
In attesa di riuscire a riprendere il progetto insieme agli amici di ITS Albatros, con il mio macco , seppure virtualmente, abbraccio Alberto, Marina , Corfù e la Grecia tutta.


Ingredienti

500 g di fave decorticate

100 g di cipolla
70 g di carota 
70 g di sedano
50 g  di finocchietto selvatico
1 foglia di alloro
poco rosmarino 
olio extravergine di oliva
sale
pepe

Per la pasta con il macco:

150 g di pasta ( io spaghetti rotti)


Per il macco fritto


150 g di farina

olio extravergine di oliva o di arachidi

Procedimento


Ammollate per 12 ore le fave. Sciacquatele bene e ponetele in un tegame con gli ortaggi tritati, a secco ( ho scelto di eliminare il soffritto iniziale,per alleggerire il piatto, ma ciò non lo priva certo di gusto). Versate acqua calda e portate a cottura lentamente, mescolando e aggiungendo , se necessario, altra acqua.Occorreranno circa due ore. Passate al minipimer, a meno che non preferiate la texure ottenuta  fino adesso. Salate e servite caldo,  con poco finocchietto tritato , un filo di olio di oliva extravergine e una macinata di pepe. Se invece, come me, voleste fare il piatto contadino di buon auspicio (e sappiamo quanto ce ne vorrebbe, in questo momento),aggiungete alla crema di fave l' acqua necessaria alla cottura di 150 grammi pasta. Possono essere spaghetti rotti," tagghierini"o pasta mista, ma ricordatevi di togliere dal fuoco quando la pasta è ancora al dente.  Servite come sopra.
L'indomani potreste utilizzarne i resti( vi consiglio di prepararne in quantità, visto che non è così scontato che vi siano),fatti precedentemente rassodare in uno stampo a bordi bassi , rettangolare o quadrato e tagliati a cubotti, infarinati e fritti .
 Sono un ottimo accompagnamento per un aperitivo made in Sicily!




















 

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